Cattedrale di S. Nicola - Nicosia (EN) a cura di Alessandra Meyer e Francesco Fiscella
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Il caso

La demolizione del portico: una dettagliata documentazione fotografica realizzata poco prima dei lavori consente di porre dei verosimili dubbi sull'ipotesi del cedimento strutturale.

"Un grave misfatto artistico si sta consumando sotto i nostri occhi: la demolizione del Portico della Cattedrale. L’operazione è già in avanzato stato d'esecuzione: le pietre, gli archi e tutti gli elementi sono stati debitamente numerati; la demolizione è già arrivata al livello degli archi. Fra pochi giorni non vedremo più - chissà per quanto, certamente per molto tempo, comunque non più quello originale - il bel portico tardo-quattrocentesco, pregio e bellezza della suggestiva piazza Garibaldi. Progettisti e tecnici assicurano, però, che il Portico sarà rimontato e ricostruito integralmente, tranne le malte (!!!???). Siamo obbligati a credere loro perché restauratori, soprintendenze e tecnici del restauro hanno potestà di vita e morte sui monumenti, secondo un'antiquata legge monocratica e feudale. Noi, tuttavia, avanziamo perplessità e dubbi notevoli anche perché, come Nicosiani, abbiamo subito le esperienze negative delle demolizioni-ricostruzioni effettuate nelle chiese di Santa Domenica e S. Michele: i risultati, gli esperimenti effettuati su questi pregevoli ed antichi edifici sono sotto gli occhi di tutti.

Torniamo al Portico e ricostruiamone le vicende essenziali. Quasi certamente, come dimostra una tavola del tanto celeberrimo quanto invisibile Soffitto ligneo dipinto (le cui pitture sono databili ai primi decenni del "400) - quella in cui San Nicola riceve il modello della chiesa a lui dedicata - l'edificio appare già dotato di un portico, le cui tracce sono molto probabilmente i sostegni messi allo scoperto durante i recentissimi lavori di rimozione della scalinata. Il 18 marzo 1489 - secondo il documento pubblicato da Filippo Meli - il Vicario ed il clero della parrocchiale chiesa di S. Nicola commissionarono otto colonne di marmo bianco - con basi, capitelli e stemmi corrispondenti agli elementi tuttora in loco - a due marmorari o scultori palermitani: Gabriele de Battista e Andrea Mancino, artisti molto attivi nella Palermo e nella Sicilia di fine '400. Gabriele de Battista, in particolare, lavorò colonne ed altri elementi architettonici in marmo per i palazzi Ajutamicristo e Abatellis (quest'ultimo è la sede della Galleria regionale). Il Portico fu, quindi, ricostruito in quegli anni attorno al 1489-90 con le nuove colonne firmate dai due scultori palermitani. Successivamente è stato mutilato, accorciato di due colonne, una forse per la costruzione della cappella di S. Crispino.

Chiese XIII sec.
Il portico

Fig. 1- Il portico della Cattedrale di S. Nicola. Immagine del cantiere del portico della cattedrale. L’operazione qui nell'immagine è già in avanzato stato d'esecuzione: le pietre, gli archi e tutti gli elementi sono stati debitamente numerati; la demolizione è già arrivata al livello degli archi.

Fig. 2- Il portico della Cattedrale di S. Nicola veduta d'insieme del portico tardo gotico che da su piazza Garibaldi. L'opera, inizialmente composta da nove arcate sorrette da otto colonne di marmo, fu successivamente all'inizio dell'ottocento mutilata sul lato est di tre arcate durante i lavori di rifacimento della chiesa, per ampliare i locali della sacrestia.

Fig. 3- Il portico della Cattedrale di S. Nicola. dettaglio della decorazione scultorea all'imposta delgli archi. Le affascinanti rappresentazioni simboliche scolpite a tutto tondo sulle mensole delle ogive degli archi, sicuramente inconsuete per il periodo, continuano ad avere qui la funzione educativa di comunicare, attraverso la forza espressiva delle immagini, dei precisi messaggi spirituali apparteneva alla funzione psicagogica del romanico.

Fig. 4- Il portico della Cattedrale di S. Nicola. un'altro dettaglio delle sculture inserite all'imposta degli archi: la raffigurazione simbolica della trinità. Le decorazioni sono in marmo bianco, le colonne poggiano su basi di stile attico, e reggono capitelli di stile lombardo, tre dei quali portano scolpiti lo stemma aragonese.

Fig. 5- Il portico della Cattedrale di S. Nicola. dettaglio di un capitello del portico laterale. La decorazione fu realizzata e ideata a partire dal 1489 dagli scultori Gabriele di Battisti e Andrea Mancino, artisti lombardi giunti in Sicilia nella seconda metà del quattrocento, attivi con proprie botteghe a Palermo.

Cronologia

E' proprio necessario smontare il Portico per raddrizzare le colonne ? Non ci sono altri sistemi o metodi? Perché non sono stati consultati altri esperti prima di procedere ad un intervento irreversibile ?

"Il Portico fu, quindi, ricostruito in quegli anni attorno al 1489-90 con le nuove colonne firmate dai due scultori palermitani. Successivamente è stato mutilato, accorciato di due colonne, una forse per la costruzione della cappella di S. Crispino, un'altra per l'ampliamento della sacrestia. Non si hanno notizie d'altre manomissioni, a meno che non siano state ritrovate altre documentazioni o testimonianze finora sconosciute (così come si dice in giro). Si ha, quindi, ragione di credere che l'attuale Portico a sei colonne sia quello originale tardo-quattrocentesco."

"Negli ultimi decenni - e soprattutto negli ultimissimi anni - si sono intensificati e sovrapposti gli incarichi per lo studio dei dissesti e per le progettazioni dei restauri da eseguire al grande edificio sacro. Compromesso più dalle iniezioni di cemento e dalla mancata manutenzione che dal terremoto o altri eventi atmosferici. Tra gli incarichi più prestigiosi e lontani dalle beghe paesane e isolane, vi fu quello affidato dall'ex sovrintendente Villari ai professori Alberto Sposito (docente all'università di Palermo), Francesco Gurrieri (preside della facoltà d'architettura a Firenze), Edmondo Forlani, geostrutturista famoso per analisi, progettazioni e consolidamenti di varie strutture, tra cui le Mura ed il Campanile di Lucca. Forlani ha fatto eseguire accurate indagini (svolte nel luglio '98) ad un'equipe dell'Università di Pisa

"II risultati della perizia sono stati esposti al pubblico in una conferenza svoltasi in Vescovado 1' 11 novembre '98. Questi tecnici hanno affermato che la Cattedrale versa in condizioni gravi, ma non drammatiche, e non hanno proposto né smontaggi né demolizioni. Eppure questo studio (finanziato con fondi regionali) è rimasto inutilizzato, quasi "segreto", e solo recentemente è stato inviato agli enti interessati Improvvisamente però, dopo la nomina del nuovo sovrintendente Lo Jacono, il Vescovo Pappalardo (chissà per quali consigli e quali referenze, forse per "ispirazione dello Spirito Santo") ha affidato il restauro della chiesa all'architetto Gaetano Renda. Questi, nell'agosto 2000, presentando il suo mega-progetto in Cattedrale, ha "decretato" che la "Torre è virtualmente crollata" e che per risanare l'edificio occorre smontare e rimontare Campanile, Portico e Portale maggiore. Fortunatamente il progetto generale fu bocciato dall'Assessorato regionale..

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